La liturgia del segno. Ascendenze, risonanze e visioni atemporali
Mostra personale di
Franco Giletta
a cura di Anna Cavallera
Pinacoteca Civica
Levis Sismonda
Racconigi – Piazza Vittorio Emanuele II
Inaugurazione: 9 novembre 2024 ore 16.30
Sabato 9 novembre 2024 alle ore 16.30, negli spazi della Pinacoteca civica Levis Sismonda, a
Racconigi, avrà luogo l’inaugurazione della Mostra “La liturgia del segno. Ascendenze, risonanze e
visioni atemporali”, dell’artista Franco Giletta.
La rassegna, promossa dalla Città di Racconigi, è organizzata dal Comitato delle volontarie e dei
volontari della Pinacoteca civica Levis Sismonda insieme all’Associazione culturale Carlo
Sismonda APS, vanta il patrocinio della Regione Piemonte, della Provincia di Cuneo e del Comune
di Racconigi ed è stata realizzata grazie ai contributi di Ottica AR, GMT srl, Mille Baci, SiMAG, Racca
Onoranze funebri, M2C Gonella, Pulisav, SMAF grafica e stampa e vanta la collaborazione di
Progetto Cantoregi e SOMS.
Curata da Anna Cavallera, direttrice artistica della Pinacoteca civica Levis Sismonda di Racconigi,
l’esposizione intende ripercorrere la lunga carriera espressiva di Franco Giletta, dalla quale emerge il
suo indiscusso talento segnico e compositivo, attraverso una selezione di una quarantina di opere
grafiche e pittoriche – dagli schizzi alle litografie, dai disegni alle opere pittoriche di grandi dimensioni
-, realizzate dall’artista in circa quarant’anni di fervida attività, iniziata nel 1984, data del suo primo
premio, conseguito in occasione di un concorso di pittura a Costigliole Saluzzo.
In occasione dell’inaugurazione è prevista una performance musicale del Maestro Enrico Sabena,
compositore, produttore musicale, music supervisor e storytelling creativo.
Nel corso della rassegna si prevede l’organizzazione di incontri e serate di approfondimento sui temi
toccati dall’esposizione, con la partecipazione delle realtà associative del territorio, delle scuole e di
personalità dell’arte e della cultura.
LA LITURGIA DEL SEGNO
Ascendenze, risonanze e visioni atemporali
Anna Cavallera
Dopo la mostra “L’incantamento della forma”, dell’artista Sergio Ùnia, la Pinacoteca prosegue la sua
stagione espositiva con un nuovo ed importante progetto antologico dedicato a Franco Giletta,
pittore contemporaneo che nel corso della sua vita ha esplorato numerosi sentieri espressivi
incentrati sull’arte, approfondendola sia come artista, sia come scrittore e divulgatore, tramite studi
legati al mondo medievale e rinascimentale del territorio, poi confluiti in pregiati volumi.
Il segno di Franco Giletta non è che una traccia solenne e rituale di un più ampio disegno, quel
Disegno di Dio salvifico in cui l’artista, uomo di fede, crede. Limite del mondo, segno finito di una
distanza finita, lontananza irraggiungibile di un avvenire e di orizzonti inesauribili, ponte di un
cammino spirituale.
La sua pittura, pur avvalendosi della tradizione, che scandaglia sia nei temi che nei soggetti ed in
talune impostazioni compositive, concede slanci creativi inediti. Seppur figurativo, Giletta cerca
ambiziosamente di trascendere il dato reale per trovare nuovi significati semantici che risuonano in
altre dimensioni senza spazio e senza tempo.
L’artista dischiude sulla tela vere e proprie visioni mentali il cui silenzio risuona nel regno
dell’incomunicabilità, universi che conducono l’osservatore a smarrirsi, a ricercare certezze perdute.
I suoi soggetti non sono che presenze, talentuosamente disegnate. Figure mute e insondabili,
comparse anonime svuotate dell’elemento soggettivo che l’artista lascia emergere dall’inconscio
per porre l’uomo di fronte all’irrilevanza dell’agitarsi terreno.
La sua è una pittura compostamente controllata, della lontananza e dell’assolutezza del distacco:
non dà risposte e la sua potenza risiede nella capacità di disorientare l’osservatore, portandolo a
confrontarsi con irraggiungibili icone mentali, classiche e talmente perfette da apparire, ad un primo
sguardo, artificiose. Volutamente private dell’elemento soggettivo, Giletta ha tolto loro fragilità e
imperfezioni, particolari e irregolarità, reprimendo qualsivoglia dato naturalistico e spontaneo.
Tutto è sospeso, i contorni del noto e dell’ignoto si fondono, così come la rappresentazione della
vita e della morte, che spaventa perché irrintracciabile.
I suoi universi onirici ricchi di simbolismi che richiamano ora Magritte, ora Savinio, ma anche
equivoci estetici che portano a prediligere figure spesso isolate, vivono sospesi in un eterno
presente, immobile, antico e contestualmente contemporaneo.
E se è vero che tutta l’arte è contemporanea, Giletta è figlio del suo tempo e indaga il presente
aggrappandosi ad un passato che lo incuriosisce e rassicura, spesso dettando sentieri e
interpretazioni visive suggestive ed inusuali.
La storia appassiona Giletta sin da bambino e, oltre a celebrarla e rileggerla nei suoi testi divulgativi,
la officia nei ritratti di nobiluomini e nobildonne che rimandano a perizie pittoriche e virtuosismi
intellettuali tipici del Cinquecento. Egli ha guardato a lungo al Rinascimento italiano, alle
avanguardie storiche del Novecento, e gli anni giovanili trascorsi a Roma hanno influenzato riletture
del mito classico.
Un altro elemento che caratterizza la sua pittura è la ricerca della perfezione e dell’equilibrio formale
e compositivo, in forza del quale l’elemento emozionale viene volutamente annullato e sostituito
con allegorie e simbologie capaci di colmare vuoti narrativi.
In questo Giletta è figlio del suo territorio, di geografie e antropologie delle quali conserva un
atteggiamento tipicamente sabaudo: la sua condotta artistica è sobria, accenna, ma non esibisce,
palesa quanto è consono e consentito esprimere.
Il pittore regista mette in luce il non detto, ed è così che nascono i suoi misteri, i suoi rebus che
attingono alla classicità, alle sperimentazioni già riuscite della storia dell’arte, un patrimonio
inesauribile dal quale attinge in modo sapiente e sapienziale.
Il percorso espositivo intende ripercorrere, attraverso una quarantina di opere selezionate – dalle
grandi tavole agli schizzi e ai disegni -, la carriera espressiva di Franco Giletta, realizzata in circa
quarant’anni di fervida attività, sia in Italia che all’estero.
L’allestimento della mostra racconigese è suddiviso in diverse sezioni: oltre ad una parte
documentale, nella quale sono esposti cataloghi e documenti storici, nella prima sala viene
presentato un importante nucleo di lavori grafici risalenti agli anni ‘90, aventi ad oggetti i suoistilemi
prediletti, il volto femminile, indagato nella sua enigmaticità.
In esposizione è inoltre presente la prima china, datata 1984, premiata ad un concorso di pittura di
Costigliole Saluzzo, raffigurante uno scorcio del castello cittadino e l’autoritratto del 2000, vertice
della ritrattistica di Giletta.
L’allestimento della rassegna racconigese prosegue con un ciclo di opere monocrome a tinte forti,
dai toni rosacei, come I care, Il figliol prodigo, Maguelone e Grande volto metafisico, alternati a
ritratti oscuri, dove spicca il linguaggio simbolico ed evocativo dell’artista.
L’esposizione antologica prosegue con alcuni lavori ad olio e tecniche miste, dagli oli floreali Calle e
Narciso, del 2011, al polittico Kore Kosmou del 2018, alla feconda serie de Le città telematiche,
realizzata alla fine degli anni Novanta, luogo d’incontro elettivo tra diverse dimensioni temporali: il
passato permea un presente che in verità sarebbe futuro, e vi s’impone, lasciando il campo a nuovi
ipotetici filosofi o poeti che si ergono sopra antiche colonne, stiliti moderni protesi al cielo. Le mani
giunte, gli occhi socchiusi cercano consolazione, giustizia e libertà.
Accanto ai noti ritratti medievali, realizzati mediante l’utilizzo delle tecniche pittoriche con tempere
al tuorlo d’uovo, verniciate e velate, negli spazi della Pinacoteca civica Levis Sismonda si incontra
quindi la serie su tavola di grandi dimensioni dedicata ai volti delle nove eroine raffigurate negli
affreschi quattrocenteschi della Sala Baronale del Castello della Manta, dove l’artista è libero di
tradurre i suoi sogni nel regno del fantastico, lasciando correre la mano sicura, guidata dal passato,
lungo le tracce già lasciate nel corso dei secoli dai suoi predecessori.
I colori sono vivaci, esplodono le allegorie disegnate nei costumi e nei copricapi delle fanciulle dalle
gesta gloriose, i volti alteri eppur infantili narrano storie antiche, esprimendo bellezza e nobilità.
Orari:
Sabato e domenica ore 15,30 – 18,30
Visite guidate su prenotazione; possibilità di aperture straordinarie su prenotazione per gruppi e scolaresche.
Info:
Ufficio turistico di Racconigi - visitracconigi@gmail.com - 392/0811406;
Pinacoteca civica Levis Sismonda - www.pinacotecalevisismonda.it;
pinacoteca.racconigi@gmail.com, instagram@pinacoteca_levisismonda;
facebook@PinacotecaLevisSismonda