Elena Perlino
Margini
Mostra fotografica
a cura di Anna Cavallera
Pinacoteca Civica
Levis Sismonda
Racconigi – Piazza Vittorio Emanuele II
Inaugurazione: sabato 23 settembre 2023 ore 17
23 SETTEMBRE – 10 DICEMBRE 2023
Sabato 23 settembre 2023 alle ore 17, negli spazi della Pinacoteca civica Levis Sismonda, a Racconigi, avrà luogo l’inaugurazione della Mostra “Margini”, della nota fotografa Elena Perlino.
La rassegna, promossa dalla Città di Racconigi, è organizzata dall’Associazione culturale Carlo Sismonda APS insieme alle volontarie ed ai volontari della Pinacoteca civica Levis Sismonda, vanta il patrocinio della Regione Piemonte, della Provincia di Cuneo e del Comune di Racconigi ed è stata realizzata grazie ai contributi di Fondazione CRS Cassa di Risparmio di Savigliano e alla collaborazione di Progetto Cantoregi e SOMS.
Curata da Anna Cavallera, l’esposizione presenta una cinquantina di opere fotografiche scelte, le quali intendono ripercorrere visivamente la lunga carriera della fotografa di origine saluzzese residente a Parigi, a partire dal reportage Pipeline (2005-2012), passando per Paris Goutte d’Or (2014-2018), Maktoub: Islam d’Italia (2015-2016), sino all’ultimo importante progetto Indian Time (2017-2019)..
I lavori realizzati hanno ricevuto il sostegno di Magnum Foundation, Open Society Foundations, Centre National Arts Plastiques, Rencontres internationales de la photographie en Gaspésie e dell'Istituto italiano di cultura di Montreal.
Nel corso della rassegna si prevede l’organizzazione di convegni, incontri e serate di approfondimento sui temi toccati dall’esposizione, con la partecipazione delle realtà associative del territorio, delle scuole e di personalità dell’arte e della cultura..
«L’arte figurativa si esprime in numerose forme, direi le forme della cultura visiva, le forme del bello. Bello non fine a sé stesso, ma quale strumento di evoluzione dell’uomo
Continua così la stagione dei successi della nostra Pinacoteca, con la fotografia, uno strumento raffinato, capace di cogliere attimi e momenti di vita: grazie ad un’artista come Elena Perlino possiamo emancipare questo linguaggio ed andare oltre agli scatti rubati con lo Smart phone, oltre ad una quotidianità usa e getta.
Un ringraziamento ad Anna Cavallera, instancabile curatrice, al presidente Mario Abrate e a tutti i volontari della Pinacoteca, portatori sani di passione che ci confermano che si possano promuovere manifestazioni ed eventi aventi per oggetto proprio la Cultura» » - commenta Valerio Oderda, sindaco di Racconigi.
Anna Cavallera, direttrice della Pinacoteca civica Levis Sismonda di Racconigi e curatrice della mostra, dichiara: «Con la mostra “Margini”, Elena Perlino apre la Pinacoteca ad una nuova stagione espositiva, dedicata al linguaggio fotografico. Attraverso il suo straordinario talento espresso mediante l’immagine, la fotografa conduce il pubblico nella complessità della realtà che ci circonda e ne offre una sua personalissima visione, autentica, dinamica, sensibile e talvolta dura. Mondi e culture lontane ricchi di analogie e differenze, realtà che si intrecciano attorno all’uomo, al suo vivere in un quotidiano talvolta difficile: storie di resistenze e di fragilità, raccolte in oltre vent’anni di ricerca visiva e di lavoro sul campo.
È dunque con grande soddisfazione che accogliamo una firma internazionale della fotografia contemporanea e la presentiamo nel suo territorio d’origine, in quella provincia di Cuneo che la Perlino rende grande grazie alla sua arte e che da tempo attendeva una sua mostra personale
La mostra, articolata in diverse sezioni che ripercorrono i progetti più importanti della Perlino,quali Pipeline, Paris Goutte d’Or, Maktoub: Islam d’Italia e Indian Time, intende evidenziare le molteplici sfaccettature dell’opera di un’autrice instancabile e curiosa di vita i cui reportage dimostrano come la Fotografia sia molto più di un’immagine ben riuscita, bensì rappresenti un lungo processo che nasce da un’idea, da un’intuizione e si sviluppa indagando, passo dopo passo, storie intime ricche di un’umanità in cammino lungo sentieri sconosciuti. Lo sguardo della Perlino cristallizza ciò che è invisibile agli occhi, con un’attenzione particolare alle sfumature ed ai contorni di persone spesso relegate ai margini».
Orari:
Sabato e domenica ore 15,30 – 18,30
Visite guidate su prenotazione; possibilità di aperture straordinarie su prenotazione per gruppi e scolaresche.
Info:
Ufficio turistico di Racconigi - visitracconigi@gmail.com - 392/0811406;
Associazione Culturale Carlo Sismonda APS - associazionesismonda@gmail.com;
Pinacoteca civica Levis Sismonda - www.pinacotecalevisismonda.it; pinacoteca.racconigi@gmail.com, instagram@pinacoteca_levisismonda; facebook@PinacotecaLevisSismonda
Margini
Elena Perlino fotografa l’impercettibile e lo iscrive nel mondo visivo come nuova immagine, spogliata da ogni pregiudizio.
Il linguaggio fotografico è lo strumento estetico che le permette di comunicare e rendere eterne storie di resistenza e di umanità, filtrate attraverso una personalissima ed autentica visione contemporanea: i suoi scatti catturano il senso della vita e ne rubano attimi, momenti di pura bellezza destinati a restare fuori dal tempo e ad imprimersi nel profondo dell’animo di chi li osserva, traducendosi in emozione, in vere e proprie testimonianze artistiche senza pari.
Il suo obiettivo fotografico demolisce cattedrali di stereotipi e false credenze che ammorbano il mondo e cristallizza l’essenza di una realtà complessa, fatta di persone che spesso generano diffidenza e rifiuto poiché vivono ai margini della cosiddetta società civile, dei centri urbani, di tutto ciò che convenzionalmente non è più, o non ancora, considerabile come situazione di riferimento.
Eppure, solo dove c’è un margine è possibile trattare e intravvedere una possibilità d’azione. Il movimento che spinge l’uomo a voler cambiare le cose nasce da una fame di vita che si nutre di instabilità e cresce all’ombra, tra i vicoli delle province, nei palazzi asfittici delle periferie - sia geografiche che del pensiero - e si rafforza ed assume una nuova travolgente identità capace di ribaltare le regole del sistema per generare nuove forme di convivenza.
Per gli antichi greci il confine rappresentava l’elemento ordinatore del mondo ed è in quello spazio insondabile in cui la Perlino si addentra con tutto il suo talento e la sua sensibilità d’artista, fin dove glielo consentono cielo e terra, fin quando la sua irrefrenabile curiosità nei confronti della vita, quell’istinto antico e primordiale che la guida da oltre vent’anni a mettersi in cammino e a perdersi tra la gente, non trova risposte.
Ed è così che nasce la sua ricca produzione, fotografie analogiche e digitali di medie e grandi dimensioni stampate fine-art su carta cotton rag o su alluminio colme di interrogativi aperti, immagini in cui si specchia la complessità dell’uomo e le sue intime verità, storie di ingiustizie e di fragilità che accomunano gli abitanti del pianeta e che l’hanno resa testimone del nostro tempo.
Il suo sguardo, abituato a rincorrere il profilo maestoso del Monviso sin da quand’era bambina, è quello consapevole di una donna che ha scelto di indagare la realtà che la circonda e di spingersi lungo i contorni del quotidiano, tanto nelle periferie di una metropoli come Parigi, città dove ora risiede, quanto al limitare dei villaggi sperduti nel nord del Québec e nel Labrador.
Luoghi capaci di sviluppare identità ben distinte, geografie e architetture visive urbane fatte di luci abbaglianti ed interni costellati da segni che raccontano avvenimenti, alternati a pianure antropizzate e a paesaggi naturali inospitali e desolati.
Più che descrivere, la Perlino preferisce che siano i suoi soggetti a raccontarsi liberamente, sia che si tratti degli indigeni Innu - “il popolo che ride” che ha scelto di vivere seguendo un “Indian time” (tempo indiano) in linea con quello naturale -, sia che si tratti della popolazione multietnica che vive nell’affascinante e gentrificato quartiere della Goutte d’Or a Parigi o delle persone appartenenti alla religione islamica che vivono in Italia da più generazioni.
Tra le cinquanta immagini esposte nella Pinacoteca civica Levis Sismonda ritroviamo il frutto del suo lavoro: cinque sezioni presentano altrettanti reportage che hanno cadenzato la vita dell’artista di origine saluzzese e si compongono di fotografie raffinate e dinamiche, mai urlate e scevre da ogni retorica spicciola.
I suoi scatti, confluiti in libri e prestigiose pubblicazioni che ne hanno consacrato la firma nell’universo della fotografia internazionale contemporanea, mettono in scena i volti notturni delle metropoli, accanto a questioni ambientali – come nel progetto Indian Time – e piccole cronache quotidiane fatte di rapporti familiari e affettivi, commerci e rituali religiosi, ben descritti nel reportage Paris Goutte d’Or.
Segue la sezione Pipeline dove affiorano vicende drammatiche e scomode fissate nelle figure e nei volti delle vittime della tratta nigeriana che popolano le strade di mezza Europa. Immagini che denunciano senza compiacimento né volgarità la tragica condizione della donna vittima di violenze e soprusi, spesso perpretrati nell’indifferenza generale. Donne vulnerabili, persone alla ricerca di un riscatto, della libertà e del riconoscimento dei diritti negati.
E ancora storie di immigrazione, come in Maktoub, un reportage dal quale emerge il complesso dialogo tra comunità musulmane di origine balcanica, asiatica e arabo/africana e non musulmane nel contesto italiano, con l’obiettivo finale di riflettere sulle percezioni che creano pregiudizio e intolleranza. Ritratti di chi è stato costretto ad abbandonare la propria casa e a mettersi in cammino in nome della sopravvivenza, o più semplicemente alla ricerca di nuovi territori in cui migliorare le proprie condizioni di vita. Cronache di processi inarrestabili e di necessità connaturate alla storia dell’evoluzione, indotta da fattori biologici e culturali, che hanno condotto il pianeta terra a diventare casa per la specie umana.
Elena Perlino guarda e vede e tutto il suo fare è mosso da una seduzione intellettuale che sfocia in un approccio documentaristico socialmente impegnato. Scava in profondità, va oltre le apparenze e grazie al mestiere e alla sua straordinaria capacità di leggere cose e persone, distrugge le frontiere ideologiche e fa della fotografia un momento di condivisione. Sceglie chi non ha scelta. Le sue immagini racchiudono tutte le lingue e gli idiomi del mondo, ma non hanno bisogno di traduzione perché corrono lungo i binari dell’empatia.
«Credo che le foto migliori siano spesso ai margini delle situazioni. Credo che fotografare le situazioni non sia neanche lontanamente interessante come fotografare i margini» sosteneva il noto fotografo William Albert Allard e quando la Perlino decide di ritrarre i suoi soggetti, è per lei importante che gli eventi fluiscano indipendentemente dalla sua presenza.
Allasia bonifica l’orizzonte dal superfluo senza sminuirne la complessità, elimina da ogni incongruenza i contorni di un mondo ingarbugliato.
Oltre ad un rapporto alchemico immediato che si crea con il soggetto che decide di ritrarre e che la legittima in tal senso, come da sempre accade per le grandi firme della fotografia, nel suo lavoro più della tecnica conta l’idea e l’improvvisazione.
La sua arte è un megafono attento e rispettoso per tutte quelle voci fuori dal coro che i poteri forti vorrebbero mettere a tacere ed un luogo d’incontro nel quale ritrovarsi per poter riscrivere nuove prospettive di un futuro all’insegna della tolleranza e della convivenza pacifica.
Anna Cavallera